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L'importanza del latte come alimento
è sostanzialmente dimostrata dalla funzione
svolta da questo prodotto come prima ed esclusiva
fonte di nutrimento per i piccoli mammiferi, ai
quali il latte fornisce tutte le sostanze necessarie
alla fase di intenso accrescimento che segue la
nascita: basti pensare che nei primi cinque mesi
di vita il latte consente al neonato della specie
umana di raddoppiare addirittura il proprio peso!
Ma il latte non esaurisce certo la sua funzione
alimentare dopo lo svezzamento. |
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Infatti, anche in questa fase, e poi
per tutta la vita, ossia nel quadro di una alimentazione
per la cui completezza si rende via via necessario
un più ampio e variato apporto di cibi, esso
continua a costituire una importante fonte di principi
nutritivi, in particolare di proteine e di calcio.
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In ogni angolo del mondo, per i neonati dei mammiferi,
e quindi anche per l'uomo, il latte è il
primo ed unico alimento. I vari popoli della terra
per assicurarsene costantemente la disponibilità
hanno addomesticato ed allevato le specie della
fauna locale più idonee a produrne:
Renna in Lapponia, Bufala in India, Malesia, Ceylon,
Zebù in Madagascar, Asina in Palestina
Cammella in Medio Oriente, Mucca, capra, pecora
e asina in quasi tutto il mondo.
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Alcuni studiosi hanno osservato che "i popoli
che consumano più latte sono caratterizzati
da una statura media più alta, da una maggiore
resistenza alle malattie, da un'attività
intellettuale e manuale più intensa, da
una longevità più prolungata e da
un'inferiore mortalità infantile".
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Il latte si caratterizza nutrizionalmente per
gli apporti in proteine di elevata qualità
biologica (caseina e lattalbumina principalmente),
in alcune vitamine (in special modo la B2, la
B12 e la A) e in calcio.
La presenza del latte e dei suoi derivati (formaggi
e yogurt) nella dieta è pressoché
indispensabile per l’equilibrio e la adeguatezza
della razione alimentare: non a caso il latte
e i prodotti lattiero-caseari costituiscono da
soli uno dei 7 gruppi di alimenti che devono possibilmente
essere sempre rappresentati nella alimentazione
quotidiana, come condizione essenziale per la
sua completezza.
L'apporto in energia del latte è moderato:
si va dalle circa 60 calorie per 100 grammi del
latte intero alle 50 del latte parzialmente scremato,
fino alle 35 del latte totalmente scremato.
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Il
latte, calcio, e fosforo: il ruolo privilegiato
dei prodotti lattiero-caseari
La principale fonte alimentare di calcio è
rappresentata da latte e prodotti lattiero caseari.
Il calcio è un elemento necessario all'organismo
durante tutte le diverse fasi della vita, ossia
un nutriente essenziale che deve essere assunto
giornalmente con gli alimenti.
I suoi compiti nell'organismo umano non si limitano
alla formazione e al mantenimento delle ossa e
dei denti. Il calcio, infatti, è coinvolto
in numerosi processi, quali la conduzione degli
impulsi nervosi, la contrazione dei muscoli, la
coagulazione del sangue, la permeabilità
delle cellule, ecc.
L’assunzione di calcio è importante
a tutte le età, ma lo è in modo
particolare durante la crescita. In questa fase,
infatti, l’alimentazione deve fornire una
quantità di calcio adeguata al raggiungimento
di un picco di massa ossea che sia il più
vicino possibile a quello “geneticamente
programmato”. Solo così si può
affrontare nel modo migliore la riduzione della
massa ossea, che inizia a partire dai 30 anni
di età e che può sfociare, con l’invecchiamento,
nell’osteoporosi.
Negli anziani, infatti, i fenomeni di “riassorbimento”
dell’osso prevalgono su quelli di “costruzione”.
Anche in questa età, comunque, è
necessario continuare ad assumere calcio per evitare
di sbilanciare ulteriormente il rapporto entrate/uscite
e quindi di aggravare l’osteoporosi.
Il fabbisogno di calcio del nostro organismo varia,
a seconda dell'età e delle condizioni fisiologiche,
dagli 800 ai 1500 mg al giorno: è più
elevato nell'età evolutiva e in alcune
situazioni quali gravidanza, allattamento e menopausa.
Ed è proprio il latte, unitamente a yogurt
e formaggi, a fornire alla popolazione italiana
quasi i due terzi del fabbisogno raccomandato
di calcio.
Questo accade perché il latte e i suoi
derivati contengono calcio in forma altamente
“biodisponibile”.
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Al di là della quantità,
infatti, quello che conta realmente è la
percentuale di calcio che viene realmente assorbita
e utilizzata dall’organismo.
In ogni caso è lecito affermare che la
copertura dei nostri bisogni in calcio risulta
praticamente impossibile se nella dieta quotidiana
non vengono incluse sufficienti quantità
di latte e di derivati del latte.
Anche il fosforo è un minerale importante,
che svolge molte funzioni essenziali, comprese
quelle a favore della costruzione e del mantenimento
delle ossa e dei denti. Il fosforo è largamente
diffuso nei cibi ed anche il latte ne contiene
buone quantità.
Quello che bisogna sottolineare, però,
è che l’importante è che il
calcio e il fosforo siano fra di loro, nel complesso
della dieta, in un rapporto eguale o superiore
alla unità: infatti, una introduzione eccessiva
di fosforo (quale quella associata a diete troppo
ricche di proteine) può portare a consistenti
perdite di calcio, con il rischio di danni che
possono arrivare alla demineralizzazione delle
ossa.
Ed è proprio sotto questo profilo che emerge
il ruolo prezioso del latte e dei suoi derivati:
mentre il fosforo prevale sul calcio in quasi
tutti gli alimenti di più largo consumo
(cereali, patate, legumi, carne, uova, ecc.),
il latte e gli altri prodotti lattiero-caseari
sono fra i pochissimi cibi che contengono più
calcio che fosforo e svolgono quindi una indispensabile
opera nel riequilibrare, sotto questo aspetto,
alcuni tipi di diete.
Anche se le virtù del latte non si limitano
al suo provvidenziale contenuto di calcio, è
utile ricordare che la sua “biodisponibilità”
resta praticamente invariata sia nel latte intero
che nel latte scremato o in qualsiasi altra formulazione
a breve, media o lunga scadenza.
Due bicchieri di latte (ovvero 250 ml) forniscono
circa 310 mg di calcio altamente utilizzabile,
mentre l’ormai consueto cappuccino consumato
al bar ne fornisce circa 150.
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La
prima colazione: il pasto principale della giornata
Il nostro corpo ha bisogno di energia fin dal
mattino perché, dopo una notte di sonno,
è necessario ripristinare le forze per
iniziare al meglio la giornata. La prima colazione
è quindi un pasto fondamentale da non sottovalutare.
Fino a pochi decenni fa, la prima colazione degli
italiani veniva consumata in casa e consisteva
in una tazza di latte (addizionata di caffè
per gli adulti e di orzo o cacao per i ragazzi)
pane, burro e marmellata. Oggi il principio generale
resta lo stesso, ovvero quello di utilizzare latte
e carboidrati in qualsiasi forma aggiungendo anche
un frutto o una spremuta per evitare, in tarda
mattinata, il ricorso a spuntini ipercalorici.
Comunque una vera prima colazione dovrebbe fornire
circa il 20% delle calorie dell’intera giornata.
È ormai ampiamente dimostrato che l’aver
fatto una buona prima colazione facilita l’attenzione
e migliora il rendimento scolastico dei ragazzi.
La tipica crisi ipoglicemica di mezza mattina
è meno disturbante fra chi ha mangiato
regolarmente a casa e permette anche di non esagerare
con altri alimenti dieteticamente meno consigliabili
della colazione casalinga.
E nella prima colazione dei ragazzi il latte non
deve mai mancare, salvo nei pochi casi di allergia
alle proteine del latte o di una documentata (e
non “presunta”) intolleranza al lattosio.
Questo perché il latte, infatti, può
fungere da “integratore” naturale
di possibili carenze, dovute ai capricci o alle
cattive abitudini alimentari di molti giovani.
Sarebbe bene aggiungere anche della frutta, per
stimolarne il consumo ancora troppo basso.
Le
proteine del latte
Senza proteine non ci sarebbe la vita: esse assicurano
infatti la crescita e il rinnovamento delle cellule.
Ogni cellula e tessuto del nostro corpo le contiene.
Si trovano nei muscoli, nelle ossa, nei capelli,
nelle unghie e nella pelle, ed ammontano al 20%
del peso corporeo complessivo. Inoltre, diverse
proteine svolgono una funzione di enzimi, ormoni,
neurotrasmettitori, anticorpi e proteine specializzate
come l’emoglobina. Altre riparano costantemente
i tessuti del corpo per mantenerlo in buona salute.
Tutte le proteine sono costituite da aminoacidi,
alcuni dei quali sono definiti “essenziali”
perché non possono essere sintetizzati
dall’uomo ma devono necessariamente essere
assunti con l’alimentazione.
Le proteine del latte e dei suoi derivati (rappresentate
per circa l'80% da caseina e per circa il 20%
da sieroproteine quali la lattalbumina) assicurano
da sole circa un quinto dell'apporto proteico
totale della razione italiana media e circa un
terzo del reale fabbisogno giornaliero medio.
La qualità di queste proteine è
molto elevata, il che significa che queste proteine
contengono nelle giuste quantità e nelle
giuste proporzioni tutti gli aminoacidi di cui
l'organismo ha bisogno, ed in particolare quegli
aminoacidi “essenziali” che l'organismo
non è capace di fabbricarsi da sé.
Di conseguenza le proteine del latte sono fra
le più adatte a coprire le nostre necessità
in relazione a quella sintesi proteica che deve
avvenire regolarmente e che ci assicura non soltanto
la crescita e la riparazione dei tessuti, ma anche
la formazione di enzimi, anticorpi, ormoni, ecc.
E' da sottolineare, nelle proteine del latte,
l'elevato contenuto in lisina, triptofano, metionina
e treonina: tale caratteristica rende queste proteine
particolarmente adatte a complementare la ridotta
qualità delle proteine dei cereali.
Al triptofano è riconosciuta anche la capacità
di rilassare e favorire una tranquilla notte di
sonno. Non per nulla è il precursore della
serotonina, l’ormone del piacere e dell’appagamento.
Se poi il latte è zuccherato il sonno è
sicuro perché lo zucchero facilita l’assorbimento
del triptofano.
La quantità di proteine presente nel latte
intero è di 3,1 grammi ogni 100 grammi,
e sale a 3,5 nel latte parzialmente scremato e
a 3,6 in quello interamente scremato.
Altri
componenti
lo zucchero presente nel latte si chiama lattosio
ed è contenuto esclusivamente nel latte.
È uno zucchero speciale perché non
si trova in nessun altro alimento.
Nel corso della digestione il lattosio si scompone
in glucosio e galattosio. Mentre il glucosio è
presente in molti alimenti, compreso il comune
zucchero, il galattosio è più raro
e svolge ruoli importanti per il perfetto funzionamento
del sistema nervoso.
Anche sotto l’aspetto vitaminico il latte
è da considerarsi una buona fonte poiché
contiene discrete quantità di vitamina
B2 e di vitamina B12 e, in parte, anche di vitamina
A, necessaria per la protezione delle mucose e
della vista.
Nel latte di mucca i grassi sono presenti in media
in quantità pari al 3.6% del peso (1,5%
nel latte parzialmente scremato e solo 0,2% in
quello totalmente scremato). Si tratta di grassi
per 2/3 saturi, in gran parte caratterizzati da
buona digeribilità e facile utilizzazione.
La digeribilità dei grassi del latte dipende
dal fatto che essi si presentato in stato di emulsione,
suddivisi cioè in piccolissime goccioline
che ne rendono ottimale l’assorbimento.
Il
latte… nutre!
Non è possibile indicare con precisione
quale sia la quantità giornaliera di latte
che è consigliabile consumare, data la
varietà delle situazioni che si possono
presentare.
Si può comunque indicare una quantità
auspicabile che va dai 200 ai 300 millilitri e
che dovrebbe essere superiore (almeno 500 millilitri)
per le donne in gravidanza e durante l’allattamento,
nonché per i bambini e gli adolescenti.
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Deve essere in ogni caso chiaro
il concetto che il consumo di quantità
superiori non solo non crea problemi alla maggior
parte delle persone, ma è anzi da considerare
come un fatto positivo e da incoraggiare.
Latte
per tutti
Le caratteristiche del latte che abbiamo ricordato,
d'altra parte, rendono questo alimento anche un
ottimo integratore dell'alimentazione di tutte
le persone.
Vi sono poi alcuni individui che vanno incontro
a problemi se ingeriscono del latte, dato che
il loro apparato digerente non è in grado
di tollerare alcuni componenti di questo alimento.
I responsabili di questa intolleranza sono in
genere il lattosio o le proteine.
Chi soffre di una intolleranza al lattosio (per
mancanza o insufficiente presenza nel suo intestino
dell'enzima "lattasi", indispensabile
per scindere e digerire il lattosio) in genere
non ha fastidi se consuma quantità di latte
ridotte o cibi che ne contengano piccole dosi.
Queste persone, che per non rinunciare all'apporto
nutritivo di questo prodotto possono comunque
utilizzare il latte "delattosato" (enzimaticamente
predigerito) o lo yogurt (nel quale il lattosio
è gia in gran parte scisso), spesso riescono
a risolvere il problema consumando quantità
gradualmente crescenti di latte: in questo modo,
infatti, esse riescono spesso a provocare nel
proprio organismo la ricomparsa di sufficienti
livelli di lattasi.
L’intolleranza alle proteine del latte è
invece una forma di allergia alimentare abbastanza
comune nei bambini. La tolleranza si stabilisce
in genere verso il secondo o terzo anno di vita.
Prima di allora l'alimento non tollerato va escluso
dalla dieta.
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Il latte è prezioso per favorire un accrescimento
ottimale e lo sviluppo migliore, grazie soprattutto
al suo apporto in proteine di elevato valore e
in calcio, che può essere facilmente utilizzato
per il completamento dello scheletro di questi
organismi in rapido accrescimento.
il latte, infatti, oltre ad una quantità
prevalente di acqua (di poco inferiore al 90 per
cento), contiene:
- nutrienti capaci di fornire rapidamente energie
in giusta quantità (zuccheri semplici
agevolmente assimilabili e grassi facilmente
digeribili);
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- proteine di prima qualità, preposte
soprattutto alla funzione plastica, necessaria
per la crescita e il mantenimento dell'organismo;
- buona presenza di diverse vitamine, sostanze
queste indispensabili per un corretto sviluppo
grazie alla funzione regolatrice sui processi
metabolici dell'organismo;
- sali minerali che collaborano alla costruzione
di organi e tessuti e, in particolare, una concentrazione
di calcio e di fosforo unica e irraggiungibile
dagli altri alimenti.
L'età dell'adolescenza è caratterizzata
da un notevole e visibile accrescimento del peso
e dell'altezza corporea. In questo periodo si
può facilmente incorrere, pertanto, in
forme di malnutrizione determinata dalla cosiddetta
fame nascosta. In pratica, pur ingrassando, a
volte fin troppo, si rischia di accumulare al
tempo stesso forti carenze di alcuni principi
nutritivi.
Tutto ciò avviene perché si trascura
di soddisfare con la propria alimentazione le
reali necessità dell'organismo il quale
è massimamente impegnato ad accrescersi
attraverso la formazione di nuovi tessuti. La
gran parte del futuro benessere fisico dipende,
dunque, dall'equilibrata assunzione in questi
anni di tutti i necessari principi nutritivi.
E di principi nutritivi il latte ne contiene in
abbondanza. Per questo è particolarmente
importante per i ragazzi, specialmente quando
praticano attività sportiva.
Bisogna ricordare, infatti, che nel praticare
sport, la “macchina” corporea consuma
maggiori quantità di energie e tende ad
aumentare la temperatura corporea; tale aumento
è efficacemente contrastato dalla sudorazione
che agisce in senso termoregolatore. In tal modo
si impoverisce il patrimonio idrico e si avverte
la sensazione di sete.
Consideriamo ora i pregi nutritivi del latte per
i giovani sportivi. Innanzi tutto è una
buona fonte di energia sia per il significativo
contenuto di lattosio, un disaccaride di pronto
impiego nella pratica sportiva, sia per l'apporto
energetico dei grassi, buoni dispensatori di Kcalorie
per i muscoli, quando l'attività sportiva
si prolunga nel tempo.
Il valore nutritivo è esaltato, poi, dal
ricco contenuto di proteine, protagoniste della
funzione plastica particolarmente importante nei
giovanissimi in età evolutiva.
Nel latte sono infine presenti, in buona percentuale,
minerali e vitamine di grande valore biologico
per l'elevatissimo numero di trasformazioni che
si verificano durante una pratica sportiva.
Fra i minerali ricordiamo soprattutto il calcio,
indispensabile all'apparato scheletrico nell'età
giovanile quando, cioè, si raggiunge la
massima compattezza dell'osso, definita "picco
osseo".
In questi anni, l'attività fisica contribuisce
a favorire una più elevata deposizione
di sali di calcio nello scheletro, favorendone
il modellamento e la robustezza.
Infine le vitamine, in particolare le vitamine
del complesso B che sono utili nella pratica sportiva
perché entrano nei processi di trasformazione
degli zuccheri quando questi devono produrre energia.
Insomma, per i ragazzi sportivi, il ruolo del
latte è insostituibile; soprattutto nella
prima colazione del mattino, risulta il più
ricco e digeribile alimento viatico per affrontare
al meglio una giornata di studio e di sport.
Educhiamo dunque i bambini e gli adolescenti a
consumare sistematicamente generose quantità
di latte, ogni giorno ricordando che, anche quando
sottoposto ai vari trattamenti tecnologici di
conservazione, mantiene sempre alto il suo valore
nutritivo.
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Il latte è presente sul mercato in tantissime
varietà, ognuna con caratteristiche diverse,
finalizzate a venire incontro alle diverse esigenze
dei consumatori che possono così effettuare
le scelte di acquisto in base alle abitudini,
al gusto, alla frequenza di acquisto o alla necessità
di una alimentazione particolare. Si va dal classico
latte fresco, al latte a lunga conservazione,
dal latte intero a quello scremato, dal latte
delattosato a quello addizionato con fermenti
lattici, vitamine o altre sostanze. Di seguito
una presentazione sulle possibili “variazioni
sul tema”.
Latte
fresco pastorizzato
Con questa denominazione si definisce
il latte che entro 48 ore dalla mungitura è
stato sottoposto ad un unico processo di "pastorizzazione",
cioè che è stato portato alla temperatura
di 71,7°C per 15 secondi o qualsiasi altra
combinazione equivalente.
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Dopo il trattamento il latte viene
omogeneizzato (per ridurre a piccolissime dimensioni
i globuli di grasso presenti, assicurandone così
una più omogenea distribuzione nel prodotto)
e quindi refrigerato. L’omogeneizzazione
viene comunque effettuata per tutti i tipi di
latte alimentare.
La pastorizzazione determina la distruzione di
tutti i microrganismi patogeni eventualmente presenti
nel latte crudo e di una parte dei microrganismi
saprofiti (quelli che sono responsabili delle
alterazioni del latte), senza però eliminare
i preziosi lattobacilli; si consiglia di consumarlo
senza ulteriore trattamento termico (bollitura)
per non alterare le sue caratteristiche nutrizionali
ed organolettiche, che rimangono molto vicine
a quelle del latte crudo.
Viene inoltre denominato "latte fresco
pastorizzato di alta qualità"
un latte caratterizzato da elevate qualità
igieniche in sede di produzione, prodotto in aziende
specificatamente autorizzate, dotato di un contenuto
nutritivo più elevato (non meno di 3,2
grammi di proteine e di 3,5 grammi di grassi ogni
100 grammi). Anche questo tipo di latte subisce
un solo trattamento di pastorizzazione (generalmente
più blando) entro 48 ore dalla mungitura.
Il latte fresco pastorizzato ha una breve durabilità
(7 giorni dalla data di produzione), e deve essere
trasportato e mantenuto in ambienti refrigerati
tra 0 e 4°C. Una volta aperto il contenitore,
va consumato entro un paio di giorni (regola valida
per tutti i tipi di latte alimentare).
Latte
pastorizzato a temperatura elevata
Viene così definito il latte che,
anche dopo le 48 ore dalla mungitura, può
essere pastorizzato più volte o subire
un solo trattamento termico più intenso.
Il diverso trattamento termico rende possibile
una durabilità superiore (mediamente 2
settimane). Anche per questo tipo di latte va
mantenuta la catena del freddo e una volta aperto
il contenitore va comunque consumato entro un
paio di giorni.
Latte
microfiltrato
E’ un latte che, prima del trattamento termico,
viene sottoposto ad un processo di pulizia filtrandolo
tramite membrane dai fori piccolissimi (1,4 –
2 micron) per trattenere la maggior parte dei
batteri e delle impurità. Lo speciale trattamento
tecnologico applicato è finalizzato a consentire
una durabilità maggiore rispetto a quella
assicurata dal solo trattamento termico.
Latte
a lunga conservazione
Se il latte viene trattato con applicazioni di
calore più energiche della pastorizzazione,
si riesce a distruggere non solo i microrganismi
patogeni ma anche ad inattivare le spore e tutti
i microrganismi responsabili delle alterazioni
del latte.
Il latte a lunga conservazione non richiede l'osservanza
della catena del freddo, può pertanto raggiungere
località anche molto distanti dai centri
di produzione ed essere commercializzato da qualunque
tipo di negozio alimentare.
A questa categoria appartengono:
-Il latte UHT- E' un latte che
ha subito un trattamento termico intenso, ma molto
rapido (almeno 135°C per non meno di 1 secondo)
seguito dal confezionamento asettico. Anche con
questo trattamento il valore nutritivo del latte
rimane sostanzialmente invariato e non vengono
apprezzabilmente alterate le sue caratteristiche
organolettiche. Il trattamento UHT assicura un
lungo periodo di conservazione (almeno 3 mesi)
a temperatura ambiente.
-Il latte STERILIZZATO - E' un
latte che viene sterilizzato direttamente nel
contenitore, portandolo ad una temperatura mediamente
pari a 140°C per 3 / 4 secondi, che assicura
la distruzione di tutta la flora batterica. E'
conservabile a temperatura ambiente per periodi
anche superiori ai 6 mesi, ma le sue caratteristiche
organolettiche vengono modificate in misura apprezzabile
e parte delle vitamine termolabili del complesso
B - specialmente la B1 - va perduta.
Una volta che sia stato aperto il contenitore,
sia il latte UHT che quello sterilizzato debbono,
al pari di quello pastorizzato, essere conservati
in frigorifero ed essere consumati entro un paio
di giorni.
Il latte inoltre, a prescindere dal trattamento
termico applicato, può essere modificato
in alcune sue componenti per soddisfare particolari
esigenze dietetiche:
-LATTE SCREMATO O MAGRO - È
quello cui è stato sottratto quasi completamente
il grasso. Si presenta più fluido del latte
intero e il suo contenuto in grasso non supera
lo 0,30%;
-LATTE PARZIALMENTE SCREMATO
- È quello in cui il contenuto in grassi
deve essere compreso tra 1,50-1,80 grammi per
ogni 100 grammi di prodotto.
-LATTE DELATTOSATO - In questo
prodotto il lattosio si presenta già scisso
per almeno il 75% nei suoi costituenti (glucosio
e galattosio). Di conseguenza, tale latte risulta
tollerabile anche da parte di coloro che hanno
difficoltà a digerire il latte normale,
per la mancanza (o la scarsa presenza) di lattasi
nel loro intestino.
Latti
speciali
Questa categoria raggruppa tipi di latte che,
a prescindere dal trattamento termico applicato
o dal contenuto in grassi, si distinguono per
alcuni possibili arricchimenti. Possono infatti
venire aggiunte colture di particolari fermenti
lattici, che fanno parte della normale flora intestinale
dell'uomo e aiutano a mantenere uno stato di benessere,
assicurando la conservazione degli equilibri nell'intestino
stesso. L'aggiunta è effettuata in maniera
tale che il prodotto finito mantenga le caratteristiche
organolettiche del latte utilizzato (latte fresco
pastorizzato). Possono altresì venir aggiunte
proteine, vitamine o sali minerali, per potenziare
le già elevate proprietà nutrizionali
del latte, così come omega 3 per alimentazioni
particolari (ipercolesterolemia). Sono disponibili
anche tipi di latte ai gusti (cacao, fragola,
ecc.) per favorire il consumo degli adolescenti.
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