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Benvenuti nella sezione dedicata
allo yogurt. Leggendo questi testi troverete sicuramente
molte cose che vi stupiranno. Scoprirete le antichissime
origini di questo alimento e scoprirete come il
caso ci ha permesso di conoscerlo. |
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Le indubbie qualità di questo
prodotto sono note a tutti ma se avete intenzione
di approfondire la vostra conoscenza, siete sicuramente
nel posto giusto. |
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Citato nella Bibbia, descritto da Aristotele,
Senofonte, Erodoto e Plinio, conosciuto da
sempre presso le popolazioni orientali, lo
yogurt ha origini antichissime.
Come il formaggio, infatti, altro non è
che il risultato del processo di fermentazione
del latte ad opera di alcuni microrganismi. Proprio
per questo motivo e per la probabile casualità
della sua scoperta è quasi impossibile
definire con certezza il suo primo apparire sulle
tavole dei nostri progenitori, anche se è
ormai opinione comune che l’origine dello
yogurt sia di almeno 4000 anni fa.
Gli antichi popoli orientali, pastori nomadi,
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conservavano il latte di vacca,
pecora, capra, cavalla e cammella in otri ricavati
dalla pelle o dagli stomachi degli stessi animali.
La leggenda tramanda che lo yogurt sia stato scoperto
perché un pastore, dimenticando per qualche
tempo del latte in uno di questi otri, lo ritrovò
trasformato: più denso e più saporito.
La culla dello yogurt è comunemente localizzata
geograficamente nell’Europa orientale, da
dove le popolazioni nomadi e i commercianti l’hanno
poi introdotto in quella occidentale. L’origine
caucasica dello yogurt si ritrova anche nella
sua etimologia: in turco, infatti, il termine
joggurt significa "latte denso".
Grazie agli intensi scambi commerciali e militari
del bacino del Mediterraneo, il "latte denso"
si diffuse ben presto anche tra Fenici, Egizi,
Sumeri, Greci e Romani. Il medico greco Galeno
parla diffusamente dello yogurt in una sua opera,
attribuendogli sicure capacità benefiche
per il fegato e lo stomaco.
Anche il suo impiego in cucina non è nuovo.
Nelle novelle de “Le Mille e una Notte”
è presente come base per banchetti regali,
mentre i primi libri arabi di ricette vedono la
descrizione di diversi piatti prelibati a base
di yogurt. Anche l’Antico Testamento cita
lo yogurt quando il profeta Abramo "lieto
nell'apprendere che la moglie Sara era finalmente
in attesa di un figlio, prese una bevanda di latte
acido e latte fresco e lo mise di fronte agli
angeli venuti a dargli la notizia”.
La storia moderna e scientifica dello yogurt inizia
con la fine dell’ottocento, quando il biologo
Ilyich Metchnikov, ricercatore dell’Istituto
Pasteur di Parigi, riesce ad isolare il Lactobacillus
Bulgaricus, responsabile del processo di fermentazione
che permette la trasformazione del latte in yogurt.
L’aggettivo Bulgaricus si deve al fatto
che il campione di yogurt dal quale è stato
isolato il bacillo proveniva da una popolazione
bulgara famosa per l’alto consumo di yogurt
e per la longevità. Metchnikov aveva intuito
che un consumo costante di questo alimento poteva
fungere da disintossicante contro i batteri nocivi
che si concentrano nell’intestino.
Secondo lo scienziato allievo del grande Pasteur,
il consumo di yogurt avrebbe consentito di vivere
fino a 150 anni. Al di là di questa ingenuità,
che risente probabilmente del clima positivistico
dell’epoca, il Professor Metchnikov fu insignito
nel 1908 del Premio Nobel per la medicina per
il suo lavoro sull'immunologia e le sue scoperte
sono ancora alla base della conoscenza di un alimento
antico e modernissimo al tempo stesso.
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Lo yogurt è prodotto dalla fermentazione
del latte operata da due fermenti lattici: lo
Streptococcus thermophilus e il Lactobacillus
delbrueckii, varietà bulgaricus. Questi
fermenti sono minuscoli organismi monocellulari.
Nello yogurt sono presenti almeno dieci milioni
di fermenti vivi per ogni grammo. In un classico
vasetto, quindi, ne troviamo circa 1,5 miliardi.
Per produrre lo yogurt si utilizza generalmente
il latte vaccino, ma può essere utilizzato
anche latte di pecora, bufala o capra. In questo
caso è d’obbligo menzionarne l’origine
sulla confezione.
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Il latte - sia esso intero, parzialmente
o totalmente scremato - deve comunque possedere
caratteristiche qualitative elevate. Prima di
subire il processo di trasformazione in yogurt,
il latte può essere sottoposto, laddove
necessario, ad una correzione del quantità
di grasso. Il latte, infatti, è una sostanza
naturale e come tale ha una composizione che può
variare in virtù delle stagioni, dell’alimentazione
delle bovine e di altri fattori.
Il latte viene quindi “concentrato”,
operazione che elimina il 10% circa dell’acqua
presente, e poi omogeneizzato. L’omogeneizzazione
è necessaria per ridurre la dimensione
dei globuli di grasso e garantire così
una maggiore digeribilità dello yogurt.
Segue poi la pastorizzazione, processo che rende
il latte igienicamente sicuro e crea l’ambiente
adatto alla crescita dei batteri lattici.
Dopo la pastorizzazione il latte viene raffreddato
e inoculato con i fermenti lattici Streptococcus
thermophilus e Lactobacillus delbrueckii, variante
bulgaricus.
Il tempo di fermentazione dura, normalmente, dalle
4 alle 9 ore. In questa fase i batteri crescono
e si moltiplicano, utilizzando come fonte energetica
il lattosio che viene così scisso nelle
due molecole che lo costituiscono: il glucosio
e il galattosio. Per questo motivo lo yogurt risulta
particolarmente digeribile ed utilizzato anche
dalle persone intolleranti al lattosio.
La fermentazione del latte inoculato può
avvenire sia direttamente nelle confezioni di
vendita (yogurt a coagulo compatto) o in appositi
serbatoi fermentatori da cui viene poi prelevato
per il confezionamento (yogurt omogeneo).
In entrambi i casi l’eventuale aggiunta
di frutta, in pezzi o marmellata, avviene subito
prima del confezionamento. Una volta completata
la fermentazione, lo yogurt viene raffreddato
a 4 °C e conservato a questa temperatura fino
al consumo. Solo così i batteri lattici
si mantengono vivi e vitali.
Al momento del consumo lo yogurt deve contenere
almeno 10 milioni di microrganismi per grammo.
Questi sono i valori minimi necessari perché
i batteri lattici possano superare la barriera
gastrica, prendere il sopravvento sulla microflora
intestinale presente, e svolgere il loro effetto
“probiotico”.
Gli alimenti probiotici come lo yogurt contengono
particolari fermenti che “favoriscono”
la vita (dal greco pro-bios: a favore della vita).
Oltre allo yogurt, il più diffuso e conosciuto,
sono disponibili molti altri tipi di latti fermentati
probiotici, solitamente prodotti aggiungendo al
latte dei fermenti diversi dai due caratteristici
dello yogurt e che hanno funzioni positive sull’organismo
umano.
In altri casi vengono aggiunti allo yogurt anche
il Lactobacillus acidophilus e il Bifidobacterium
di varia specie che aumentano l’effetto
barriera nell’intestino potenziando il sistema
immunitario.
Per l’importante ruolo svolto dai batteri
lattici nell’intestino, vengono oggi prodotti
dei “latti speciali” costituiti da
latte addizionato di fermenti probiotici. in questo
caso però, dopo l’aggiunta dei fermenti
il latte non viene incubato ma tenuto costantemente
ad una temperatura di 4 gradi. in queste condizioni
i fermenti non possono svilupparsi e il latte
di partenza conserva immutate le proprie caratteristiche
organolettiche.
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Come abbiamo visto, lo yogurt si ottiene da latte
freschissimo di ottima qualità, fatto fermentare
con l’inoculazione di speciali microrganismi
acidificanti.
Anche se la composizione del latte viene modificata
dai fermenti lattici, che elaborano essi stessi
dei nutrienti, lo yogurt conserva le caratteristiche
nutrizionali del latte originario.
Con addirittura qualche vantaggio: proteine, calcio
e fosforo si propongono in una forma ancor meglio
utilizzabile dall'organismo. Lo yogurt infatti,
agendo sulla flora fermentativa che si trova nella
parte superiore dell'intestino, migliora l'assorbimento
di proteine e sostanze minerali.
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Svolge inoltre un'azione di regolatore
dell'acidità dello stomaco, aumentandola
se troppo bassa o diminuendola se troppo alta.
L'elevata acidità dello yogurt favorisce
anche lo sviluppo di una flora batterica intestinale
in grado di ristabilire l’equilibrio dell'intestino.
Lo yogurt si rivela quindi particolarmente utile
dopo terapie a base di antibiotici, ad esempio,
o a seguito di un’alimentazione errata,
allo stress ed altro.
Lo yogurt è particolarmente indicato nei
casi di intolleranza al latte che si riscontra
in alcune persone. L’intolleranza è
dovuta alla scarsità o assenza nell’intestino
della lattasi, l’enzima che determina l’assorbimento
del lattosio, lo speciale zucchero del latte.
La lattasi è un enzima piuttosto delicato:
un’energica terapia antibiotica, ad esempio,
ne riduce notevolmente la quantità così
come fenomeni di infiammazione intestinale ne
limitano notevolmente la disponibilità.
Nello yogurt, invece, il lattosio è già
stato “predigerito” dai fermenti lattici
presenti, ben vivi e vegeti e che si sono moltiplicati
anche grazie alla disponibilità di questo
zucchero. Pertanto nei casi di intolleranza lo
yogurt si presenta come valida alternativa al
latte, del quale mantiene anche gli apporti energetici
e nutritivi. E questo è particolarmente
importante per il calcio. La mancata assunzione
del latte e dei suoi derivati può determinare
infatti gravi rischi per la struttura ossea dell’organismo,
facendo in particolare aumentare l’incidenza
dell’osteoporosi.
Spesso, comunque, l’intolleranza al latte
è d’origine transitoria. Se dopo
un fenomeno infiammatorio si riprende di colpo
il consumo di latte in quantità usuali,
si può verificare uno squilibrio tra quantità
di lattasi disponibile nell’intestino e
lattosio assunto e si può quindi essere
indotti a pensare di non tollerare più
il latte. Se invece si avrà l’accortezza
di riprenderne con gradualità il consumo,
partendo da piccole quantità e aumentando
progressivamente le porzioni, il problema sarà
superato.
Le qualità nutrizionali dei latti fermentati,
categoria cui appartiene lo yogurt, è data
anche dalla loro particolare caratterista di alimenti
“probiotici”. Per probiotici si intendono
i microrganismi viventi che svolgono un ruolo
positivo sullo stato di salute che va oltre gli
aspetti nutrizionali di base.
Grazie alla selezione di particolari ceppi batterici
utilizzati per la fermentazione del latte, è
possibile ad esempio stimolare i meccanismi di
difesa immunitaria o migliorare la funzionalità
intestinale.
A colazione, a merenda o come dessert, lo yogurt
resta all'altezza della definizione che ne diede
Ilya Merchnikoff, lo scienziato che nel 1908 riuscì
ad isolarne i microrganismi meritandosi il premio
Nobel: "Un alimento sano, fattore di salute
e longevità”.
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