Tabacco al parmigiano
Tra gli estimatori del Parmigiano Reggiano c’è anche Luis Stevenson. Nel romanzo “L’isola del tesoro”, il bucaniere ne conserva sempre un bocconcino nella sua tabacchiera al posto del tabacco.

 
   
 

Leonardo, il latte, la Valtellina
L’abbondanza di latte nella zona della Valtellina è un fatto risaputo da ormai molto tempo. Leonardo da Vinci, passando da quelle parti e raccontando a Ludovico il Moro le vie militari di importanza strategica, non poté esimersi dall’esclamare: “Voltolina è una valle circondata da alti e terribili monti, fra vini potenti e assai fa tanto bestiame che da paesani è concluso nascervi più latte che vino”.

 
   
 

Pecorino e appetibilità sociale
Verso la fine del 1700, la Reale Società Economica di Firenze fece condurre uno studio sulla produzione di formaggio in Valdorcia scoprendo, fra l’altro, che “le fanciulle che hanno bene imparata l’arte di fare il pecorino, si acquistano molta reputazione nel paese e questa loro abilità facilita il loro accasamento ed è considerata in conto dote”. Insomma, le ragazze che sapevano fare il formaggio trovavano più facilmente marito!

 
   
 

Inaffidabile come il caciocavallo
Nell’Italia meridionale si usa dire di una persona poco affidabile che ha “quattro facce come un caciocavallo”. Questo proverbio sarebbe privo di senso in qualsiasi regione d’Italia ma in Sicilia è molto azzeccato proprio se si considera la forma del Ragusano.

 
   
 

La musa di Molière
Formaggio molto apprezzato dai buongustai di tutto il mondo, il Parmigiano Reggiano era il cibo preferito di Molière. I biografi del commediografo francese scrivono che in tarda età arrivò a nutrirsi quasi esclusivamente di questo formaggio.

 
   
 

Tecnica sarda
Anticamente i formaggi si lavoravano nelle maniere più disparate. Per quanto riguarda il Fiore Sardo, secondo una tecnica che risale a molto tempo fa, il riscaldamento del latte avveniva in tinozze di legno mediante l’immersione di sassi arroventati.

 
   
 

Mamma, li turchi!
In Medio Oriente, specialmente in Turchia, lo yogurt è uno degli alimenti principali e più apprezzati. Sono molti i modi in cui esso viene servito, ma usualmente accompagna piatti speziati e a base di carne e pollo. Allungato con acqua e leggermente salato è un’ottima bevanda, rinfrescante e dissetante, utile per reintegrare i sali minerali persi nelle calde giornate estive.

 
   
 

Dal dialetto all’italiano
Il termine “erborinato”, utilizzato per indicare i formaggi la cui pasta è caratterizzata da muffe, non ha radici né tecniche, né scientifiche. Si tratta semplicemente dell’italianizzazione del vocabolo dialettale lombardo “erborin” con il quale si indica il prezzemolo che, appunto, ricorda le screziature verdi di questa tipologia di formaggi.

 
   
 

Cassaforte naturale
Esistono documenti che attestano l'esistenza, già intorno al XV secolo, delle abitudini a seppellire il formaggio e che questa necessità derivasse dal fatto che i soldati ne facessero razzia durante la guerra tra Carlo VIII di Francia e Ferdinando di Napoli. Si narra infatti che dopo essere stato sconfitto dai Francesi, Alfonso D'Aragona chiese ospitalità al Signore di Forlì e che costui ordinò di depredare i contadini per ospitarlo lussuosamente; quando i contadini andarono a disseppellire il formaggio si accorsero del suo miglioramento!

 
   
 

Latte sacro
I seguaci della religione Indù, come si sa, non si nutrono di carne di mucca anzi attribuiscono all'animale un’importanza sacra e inviolabile. I prodotti ricavati dalla mucca quali latte, burro e cagliata vengono utilizzati per la purificazione dei fedeli e per detergere le statue sacre come quella della dea Ninhursag. Gli Indù credono che il latte delle mucche sia un dono della dea e che questa abbia nutrito con il suo latte sacro i re della terra.

 
   
 

La pancia di Babbo Natale
È usanza che la vigilia di Natale i bambini lascino a Babbo Natale un bicchiere di latte e un dolce per ringraziarlo della visita e dei regali. Il NORAD (Comando di Difesa Aerospaziale Americano), nel mese di dicembre, fornisce a tutti i bambini un aggiornamento sugli spostamenti di Babbo Natale attraverso i suoi radar. Tra le informazioni reperite, compare anche una stima dei suoi spuntini natalizi: 3 biscotti e un bicchiere di latte per ogni casa, per un totale di 177.775.000.000 ml di latte e 60.000.000.000 gr di biscotti!

 
   
  Bianco natale
Nel presepe, simbolo della festività natalizia, i diversi personaggi della tradizione affollano le strade per raggiungere la Santa Grotta di Gesù Bambino, per portargli quello di cui disponevano nelle loro case, secondo le attività e i mestieri che esercitavano. Tra i vari doni, si narra che i pastori portassero anche latte, ricotte e formaggi.
 
   
 

La “civiltà del bovino”
Il passaggio dall’attitudine nomade dei nostri progenitori ad un primo concetto di territorialità fissa nacque con la "civiltà del bovino”, quando l’uomo scoprì di poter avere disponibilità continua nel corso dell'anno di latte per sé e la sua prole, condizione impossibile da attuare con pecore e capre, in quanto specie a riproduzione stagionale. Fu quindi grazie alla scoperta, certamente fortuita, del coagulamento del latte e la sua conseguente trasformazione in formaggio, che l’uomo si trovò a desiderare una collocazione stabile all'interno di un territorio.

 
   
 

Il pastore smemorato
Le antiche popolazioni orientali nomadi conservavano il latte in otri di cuoio e la leggenda narra che un giorno un pastore dimenticò per qualche tempo uno di questi otri colmo di latte. Quando ritornò per prenderlo scoprì che il latte si era trasformato: era diventato più denso e gustoso. Nei secoli successivi, grazie alle migrazioni delle popolazioni orientali e alle spedizioni in Oriente dei Fenici, Egizi, Greci e dei Romani, lo yogurt si diffuse in tutti i paesi dell’Occidente.

 
   
 

Druidi, latte, e ferite di battaglia
Per guarire i soldati feriti dalle frecce avvelenate dei Bretoni, i druidi (sacerdoti celti) raccomandavano di raccogliere il latte di 140 vacche bianche e di versarlo in una cavità posta nel centro del campo di battaglia. Qui i feriti venivano immersi e successivamente guarivano.

 
   
 

Filosofeggiare sul formaggio
Epicurei e Pitagorici dibattevano se il formaggio fosse un cibo godereccio o frugale. Ippocrate ne sottolineò i meriti nutrizionali e curativi tanto che un suo discepolo credeva che fosse in grado di far cicatrizzare le ferite.

 
   
  I Pellerossa e il latte
Può sembrare strano dato l’attuale livello di consumo dei prodotti lattiero caseari negli Stati Uniti, ma i Pellerossa ignoravano completamente il latte come alimento fino a che gli animali lattiferi non furono importati nel Nord America dai coloni europei.
 
   
 

Cibo da re
Cinquemila anni di storia casearia lo hanno dimostrato, un insolito legame accomuna dei dell’Olimpo, re, faraoni, imperatori, condottieri e Papi, fino ad arrivare agli attuali presidenti: la comune passione per il formaggio.
Zeus, Augusto, Carlo Magno, Elisabetta I e Napoleone sono soltanto degli esempi. Forse anche per questo il generale De Gaulle esclamò un giorno con un pizzico d’invidia: “Come si può governare un paese che ha più formaggi che giorni in calendario?”

 
   
 

Il burro: “lingua degli dei”
I popoli barbari dell’Europa del Nord conobbero e apprezzarono il burro molto prima di quelli mediterranei (lo storico romano Plinio ne parla come “una vivanda squisita per i barbari”), ritenendolo un concentrato di “energia vitale fusa” e invocando il Dio fabbro Goibniu perché lo conservasse.
In India il burro è sempre stato considerato un alimento sacro e veniva invocato negli inni come una divinità primordiale segretamente denominata “la lingua degli dei”.